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Quattro chiacchiere con la Dottoressa Dania

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Ci sono interviste che come il buon vino devono essere decantate per essere assaporate nel migliore dei modi. Ho incontrato diversi giorni fa Daniela Farnese, conosciuta online come “Dottoressa Dania”, per fare quattro chiacchiere o un’intervista se preferite definirla così.

“Ci sono interviste che come il buon vino devono essere decantate per essere assaporate” Arrivo all’appuntamento e la trovo già lì ad aspettarmi. Un cappotto nero, le cuffiette dell’iphone nelle orecchie. Ci salutiamo ed entriamo nell’osteria milanese che ho scelto per parlare: quale posto migliore per una ragazza napoletana ed un ragazzo come me che ha origini napoletane?
Ci sediamo ed iniziamo a chiacchierare in modo amabile, divertente, mi sembra di conoscerla da tempo e non solo perché la seguo online, ma perché come ho avuto modo di dirle direttamente, ci sono persone che hanno un modo di fare ed una passione diversa dal comune.

Ciao Dania, grazie per aver accettato di fare questa chiacchierata. Raccontami un po’ i tuoi inizi…
Mi sono laureata in Lingue e Civiltà Orientali (arabo ed ebraico) con il massimo dei voti e ho iniziato a collaborare con l’Università veneziana. Proprio in quel momento, era il 2003, ho aperto il blog Malafemmena e online divento per tutti la Dottoressa Dania. Il nome è nato perché tutti i giorni in Università mi chiamavano “dottoressa” e volevo avere uno spazio in cui lasciare che quella dottoressa fosse anche se stessa.

Dania Farnese
Com’era nel 2003 avere un blog?
Era completamente diverso rispetto ad oggi. Eravamo in pochi, ci sentivamo come degli hacker che stavano cambiando il Mondo. Eravamo una piccola comunità, i blog davvero si potevano contare e ci conoscevamo anche tutti allo stesso tempo. Il mio era su Splinder (piattaforma blog sviluppata in lingua italiana a partire dal 2001 dalla società Tipic Inc, dal 2006 facente parte del Gruppo Dada e chiusa il 31 gennaio 2012 ndr) e ricordo ancora quando ad un certo punto mi contattarono per contribuire al sostegno del blog: portavo davvero tanti accessi alla piattaforma e mi volevano ringraziare in modo attivo.

Ma dai sei seria?
Sì assolutamente e quella non è stata l’unica occasione. Spesso in passato mi hanno contattato persone che mi chiedevano il costo di una bolletta per aiutarmi a pagarla. Io non ho mai scritto pensando che questo potesse diventare poi per me un lavoro. Ripensandoci ho scritto tantissimo in forma gratuita e quasi inconsapevole.

Cosa credi che abbia fatto la differenza rispetto agli altri, qual è il segreto del tuo successo insomma?
Appena ho aperto il blog ho iniziato subito ad avere uno stile particolare, diverso dai polpettoni che si potevano leggere negli altri blog. Il mio era più breve, direi quasi che ho anticipato Twitter ancor prima che arrivasse! Poi ho iniziato a fare iniziative particolari, come ad esempio il Calendario Precario nel 2007: uno scatto ogni mese se il mio contratto veniva rinnovato.

Leggendo la tua bio si legge “Nel febbraio 2011, co-fonda la Stiletto Academy, con la quale passa più di un anno a dare corsi di portamento e bon ton sui tacchi. Le hanno poi fatto le scarpe e ha dovuto cedere bottega e bottino. Così ha comprato un paio di anfibi.” ci vuoi raccontare qualcosa di più?
“Tante persone erano deluse perché erano convinte che io fossi davvero la protagonista del mio libro”Sì certo non ci sono segreti. All’inizio il progetto è andato molto bene. Insegnavamo non solo a stare sui tacchi e a camminare in ogni situazione particolare, ma anche lo stile, la femminilità. Pian piano il mio rapporto con Veronica (cofondatrice) non era più lo stesso, la pensavamo diversamente. La goccia che ha fatto traboccare la scarpa, è stato durante una diretta radio in cui lei ha dichiarato che aveva bisogno di una socia famosa per far partire il progetto, ma ora che lo era diventata più di me non aveva più bisogno del mio supporto. Inutile dire poi come sia andata…

Che anno era quando è successo?
Il 2011 circa se non ricordo male.

L’anno in cui hai iniziato la tua carriera da scrittrice giusto?
Sì è nel novembre 2011, quando ho pubblicato i “101 modi per far soffrire gli uomini”.

Però questo era un assaggio prima dell’arrivo di un vero e proprio caso letterario, come è nato un libro come Via Chanel n.5?
Sul blog avevo iniziato a raccontarmi in modo diverso. Non più breve e sarcastica come all’inizio ma più articolata e personale. Per motivi personali avevo iniziato ad utilizzare il blog in modo forse più sentimentale in un certo senso, e una casa editrice ha ben pensato che quindi fossi la persona adatta per scrivere un libro d’amore. La cosa strana è che le persone che mi leggevano e poi cercavano ciò che dicevo online, ci rimanevano davvero male nel leggermi sarcastica. Tante persone erano deluse perché erano convinte che io fossi davvero la protagonista del mio libro, ma non era vero. O per lo meno non solo, quello può essere un mio lato come tanti…

Già perché la cosa bella di Dania è questa, come tutte le donne ci sono 1000 (non 50) sfumature che la rendono energica, passionale, sarcastica, romantica, senza dubbio una persona davvero piacevole con cui parlare, bersi un buon bicchiere di vino rosso e capire che on e offline, le persone che in fondo hanno successo sono quelle che hanno il coraggio di osare.
Ora Dania ha iniziato a scrivere il suo nuovo libro, sarà il suo quarto romanzo, e ci ha chiesto un favore: se la vediamo in giro a cazzeggiare, tiriamole le orecchie, ok?


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